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Ugento: inaugurazione del Palazzo Rovito
Venerdì 16 dicembre, alle 19, presso la Sala Consiliare del Comune di Ugento, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione per l’apertura di Palazzo Rovito
Venerdì 16 dicembre, alle 19, presso la Sala Consiliare del Comune di Ugento, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione per l’apertura di Palazzo Rovito. Dopo un lungo intervento di restauro conservativo, lo storico edificio nobiliare viene restituito alla cittadinanza, per diventare sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico di Ugento, nonché luogo privilegiato e aggregante della vita civica e culturale urbana. Saluti: Avv. Massimo LECCI, Sindaco di Ugento; S.E. Mons. Vito ANGIULI, Vescovo della Diocesi di Ugento-S.M.di Leuca; Dott. Antonio GABELLONE, Presidente della Provincia di Lecce; Avv. Silvia PELLEGRINI, Dirigente Area Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti della Regione Puglia. INTERVENTI: Arch. Giovanna CACUDI, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brindisi, Lecce e Taranto; Arch. Luigi FRANZA, Progettista e Direttore dei Lavori dell’intervento; Dott. Valentino NICOLI’, Direttore Tecnico Nicolì srl. CONCLUDE: S.E. dott.ssa Giuliana PERROTTA, Prefetto della Provincia di Lecce. MODERA: Ing. Oronzo CALABRESE, Assessore ai Lavori Pubblici della Città di Ugento. Al termine seguirà il taglio del nastro e l’apertura al pubblico di Palazzo Rovito con la benedizione di Sua Eccellenza il Vescovo di Ugento Mons. Vito Angiuli.
Palazzo Rovito, ubicato al centro della città, è il risultato dell’unione di corpi di fabbrica di diversa origine storica: il nucleo originario di impianto seicentesco, fu riedificato su parte del Palazzo di Raimondello Orsini del Balzo costruito tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400, poi distrutto durante l’invasione turca del 1537. Nella seconda metà dell’ottocento, nel periodo immediatamente successivo all’unità d’Italia, si aggiunsero le strutture da mettere in relazione con la ridefinizione degli spazi urbani del centro abitato. Le caratteristiche stilistiche dell’immobile, sia nelle decorazioni interne che esterne, sono di notevole pregio artistico e rappresentano un patrimonio storico-architettonico di elevato interesse sia per la storia locale, sia per le affinità con le emergenze nobiliari urbane dell’intero Salento. L’edificio, che si sviluppa su due livelli tra i quali si inserisce un piano ammezzato, venne costruito presumibilmente da maestranze locali qualificate e realizzato in muratura di conci di tufo provenienti dalle locali cave, e presenta finiture esterne in pietra leccese.
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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