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Attualità

Scuola pubblica: ma quanto ci costi?

L’accesso è sempre più ostacolato dalle ingenti spese: tasse d’iscrizione, abbonamenti per i trasporti, contributi volontari spacciati per obbligatori e l’acquisto dei libri di testo

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La profonda crisi economica degli ultimi anni ci consegna un contesto sociale nel quale si riscontra un impoverimento diffuso delle condizioni materiali di studentesse e studenti che con sempre più difficoltà riescono a prendere parte ai percorsi formativi. L’accesso alle scuole è sempre più ostacolato dalle ingenti spese che annualmente ogni famiglia è costretta a sostenere tra tasse d’iscrizione, abbonamenti molto costosi per i trasporti, contributi volontari spacciati per obbligatori e l’acquisto dei libri di testo che ogni anno costano tra i 400€ e i 500€ a studente (Fonte: Federconsumatori) e che insieme a tutte le altre voci di spesa richiede, solo per il primo anno, circa 1300€. Con l’approvazione della Legge 107/15, e l’introduzione dell’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro, inoltre, si è in tanti casi costituita un’ulteriore spesa che grava sugli studenti e sulle studentesse per trasporti o materiali necessari per lo svolgimento del percorso.


“Il quadro regionale è preoccupante: la percentuale di dispersione scolastica è tra le più elevate sul piano nazionale (16,9%) ed una percentuale di minori in povertà relativa che supera di oltre 5 punti percentuali la media nazionale (27,5% a fronte di 22,3%) ma anche un dato emblematico rispetto al carattere sempre più escludente che sta caratterizzando il sistema di istruzione regionale: il calo di oltre 13mila iscritti, al di fuori di ogni previsione di MIUR e USR Puglia, per questo anno scolastico per le scuole di ogni ordine e grado. In una Regione come la nostra dove la condizione di povertà materiale e culturale è un fenomeno strutturale e diffuso in maniera più o meno omogenea su tutti i territori, la necessità di ripartire dalla gratuità e dalla qualità dell’Istruzione pubblica è sempre più urgente” dichiara Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.


“Proprio l’acquisto dei libri di testo, che è una delle spese che incide maggiormente nel bilancio familiare, diventa sempre più insostenibile per migliaia di studenti e studentesse. In questo senso le soluzioni proposte dalla Regione Puglia  risultano ancora oggi dei passi in avanti rispetto alla situazione precedente ma insufficienti per rispondere strutturalmente alla profonda questione sociale presente. Il bando regionale, emanato quest’anno, per il Comodato d’Uso dei libri di testo, sebbene parta da alcuni elementi che già in passato avevamo segnalato all’Assessore alla Formazione Sebastiano Leo, ha dei forti limiti nella sua azione poiché ha in sé dei criteri che non includono tutti gli studenti e le studentesse pugliesi ma solo chi ha un ISEE pari o inferiore a €10.632,94 e non prevede delle forme di comodato gratuito ma un rimborso del 25% della spesa totale per i libri di testo” continua il Coordinatore del sindacato studentesco pugliese.

“E’ in questo contesto che da anni organizziamo Mercatini del Libro Usato in tutte le province pugliesi per contrastare il caro libri, la profonda speculazione che viene portata avanti dalle case editrici e per rivendicare un accesso alla formazione gratuito per tutti e tutte. In un territorio che presenta un quadro problematico di questo tipo, l’Amministrazione Regionale deve farsi carico dei problemi della nostra terra, chiediamo all’Assessore di Leo di aprire una discussione con le parti coinvolte per ragionare un nuovo piano di comodato d’uso dei libri di testo che includa la fornitura gratuita degli stessi, per così come previsto dall’art. 5 della Legge Regionale sul diritto allo studio (L. Reg. 31/09)” conclude Lavermicocca.








Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

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C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

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