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Attualità

Così cambia il Salento, tra inquinamento, costruzioni e centri commerciali

Anche in questo caso occorre essere chiari. Non si tratta di vietare sic et nunc la costruzione di ville, ma bisogna che da parte degli organi amministrativi vi sia una precisa visione urbanistica  ed economica che da un lato impedisca l’agglomerato di centri commerciali e dall’altro promuova  la ripresa delle risorse agricole con logiche e mezzi corrispondenti ai tempi.

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I GUASTI DEL PRESENTE


di Hervé Cavallera


Come in un triste ritornello i mass-media insistono quotidianamente – e non a torto – sui temi dell’inquinamento e del disastro ecologico. Basti pensare al problema della plastica, la quale non tanti decenni fa, come chi non è più giovane ricorda, fu esaltata sul Carosello televisivo e che ora appare estremamente distruttiva per l’ambiente mondiale. E ci si rende conto che il successo tecnologico ha certo reso immediatamente più comoda la vita, ma ha generato dei guasti che rischiano di essere irreversibili. 


Qui non intende condannare l’innovazione in sé, in quanto la storia della civiltà è un continuo sviluppo, ma, come nella vecchia ballata di Goethe L’apprendista stregone, lo strumento male usato ha cominciato a dominare il presunto padrone con effetti che sono alla portata di tutti.


Basti pensare allo uso compulsivo dello smartphone, nel timore che ciò avverrà verosimilmente anche con l’Artificial Intelligence. In verità, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso si è imposta un’educazione al consumo che, se ha avuto il merito di rendere la vita più bella, non ha però sempre tenuto conto degli effetti collaterali che si sono riversati sull’inquinamento ambientale e sulla stessa moralità e socialità degli uomini. 


Basti pensare all’habitat in cui viviamo. Una volta nel Salento le residenze erano concentrate nei centri storici  e intorno ai paesi si estendeva la campagna ricca di olivi secolari e sempre benefica per l’umano lavoro da cui la maggior parte trovava alimento. Ora lo scenario è in gran parte mutato.


La case piccole e medie dei centri storici sono per lo più disabitate e non mancano Comuni salentini che, per venire incontro allo spopolamento cittadino,  offrono consistenti somme per l’acquisto di case dove nuovi venuti dovrebbero risiedere stabilmente. Al tempo stesso si può constatare come il lavoro agricolo sia venuto meno nelle campagne che appaiono in gran parte abbandonate, mentre in esse sono sorte a macchia di leopardo numerose villette.

Di qui un altro significativo fenomeno che investe buona parte del nostro territorio: quello dello sfruttamento per uso abitativo delle zone agricole e della scarsa attenzione  verso il suolo pubblico.


Quest’ultimo, infatti, non viene valorizzato secondo una programmazione funzionale corrispondente ai tempi, ma lasciato alla casualità. 


Così capita che  mentre nelle aree vicine al nucleo storico delle cittadine molte volte si diffondono centri commerciali in un intreccio di traffico che non corrisponde alle potenzialità delle strade e alla logistica, dall’altro le periferie dei centri urbani si riempiono di villette con una ulteriore riduzione del verde e delle terre una volta  soggette alla produzione agricola. 


Anche in questo caso occorre essere chiari. Non si tratta di vietare sic et nunc la costruzione di ville, ma bisogna che da parte degli organi amministrativi vi sia una precisa visione urbanistica  ed economica che da un lato impedisca l’agglomerato di centri commerciali e dall’altro promuova  la ripresa delle risorse agricole con logiche e mezzi corrispondenti ai tempi.


Accade invece che tutto è per lo più lasciato al caso e la programmazione urbanistica ed economica langue, confermando l’esodo dei giovani che cercano e trovano posti di lavoro fuori della propria regione. E la distesa delle campagne si consuma in residenze talvolta belle, ma non foriere di un dinamismo vitale.


Un incantevole tramonto di energie propulsive, incantevole probabilmente, ma comunque tramonto. Non si vorrebbe insomma che si stia correndo il rischio di un Salento destinato ad essere la terra dei pensionati più o meno abbienti, con dei centri storici svuotati di residenti e affidati ai locali notturni. 


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A Tricase la collezione Scolozzi apre le porte a Cimeetrincee

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Significativo incontro in questi giorni in quel di Tricase.

Il consigliere dell’Associazione Storica Cimeetrincee, Daniele Lissoni, ha fatto visita alla collezione di militaria curata dal tricasino Paolo Scolozzi, rimanendo particolarmente colpito dalla varietà della raccolta di cimeli.

“Ci auguriamo che all’orizzonte si profili un’interessante collaborazione tra le due realtà – Cimeetrincee è un’associazione di ricerca storica, con sede a Venezia e con soci distribuiti su tutto il territorio nazionale, che si occupa di conservare la memoria in relazione ai fatti accaduti durante la Grande Guerra -, che dia risalto anche alla storia passata del nostro territorio salentino”, ha commentato Scolozzi.

Nelle foto alcuni momenti dell’incontro.

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Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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Attualità

«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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