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Piano Coste: così cambia il litorale di Tricase

Pubblicato dal Comune di Tricase l’Avviso Pubblico per il rilascio di concessione di aree demaniali marittime per finalità Turistico-Ricreative. Le opportunità offerte dal Piano Coste Comunale in ogni località dei 9 km di costa tricasina

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È stato pubblicato dal Comune di Tricase l’Avviso Pubblico per il rilascio di concessione di aree demaniali marittime per finalità Turistico-Ricreative.  La partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica è consentita con riferimento ai tratti di costa individuati dal Piano Comunale delle Coste.


Il rilascio di concessioni di aree demaniali”, ha commentato Maria Assunta Panico, ex vice sindaco ed ora consigliere d’opposizione, “significa, da un lato, dare la possibilità alle persone che ne faranno richiesta e dimostreranno di avere tutte le carte in regola, di svolgere un’attività economica per i mesi estivi, utilizzando una delle principali risorse di Tricase, il mare, dall’altro lato assicurare vigilanza e pulizia della costa. Tutto questo”, rivendica la Panico, “sarà possibile in virtù di un lungo ed impegnativo lavoro svolto dalla precedente amministrazione di cui ero parte, anche, in qualità di assessore all’urbanistica ed assetto del territorio e che mi ha vista impegnata per il processo di formazione ed il lavoro di coordinamento tra lo staff tecnico comunale e gli uffici regionali, arrivando ad ottenere, per la città di Tricase, l’approvazione regionale del primo Piano Comunale delle Coste tra i Comuni costieri della Regione Puglia”.


Un obiettivo prioritario nella redazione del piano”, conclude l’ex vice sindaco, “è stato quello di rilanciare l’offerta balneare con attività qualificanti e diversificate sulla costa, promuovendo lo sviluppo dell’economia turistica balneare, la corretta fruibilità dei beni demaniali marittimi e la salvaguardia della costa nel rispetto delle identità ambientali dei luoghi e delle specifiche caratteristiche delle località”.


Cosa prevede il Pcc per i 9,04 km di costa di Tricase? “Il tratto di costa”, scrive l’ingegnere progettista Emanuele Giaccari, “rientra nella tipologia di costa individuato nei documenti della Regione Puglia come “non erodibile. Si tratta di costa rocciosa, modellata in parte in depositi preneogenici ed in piccola parte in sedimenti neogenici e quaternari, e si presenta talvolta alta e frastagliata, talaltra ampia e degradante piana ma giammai spiaggia sabbiosa, non è dunque risultata semplice la pianificazione e la zonizzazione. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali da impiegare per la realizzazione dei manufatti destinati alle attività turistico-ricreative perché devono rispondere a quegli standard di ecocompatibilità necessari a rispettare e valorizzazione le peculiarità geomorfologiche e paesaggistiche di Tricase. Tutte le strutture devono poter essere smontate al termine della stagione turistica al fine di ripristinare lo stato dei luoghi preesistente. Ulteriore punto di forza del presente PCC è dato dalla individuazione di aree con finalità turistico ricreative diverse da stabilimenti balneari (SB), spiagge libere con servizi (SLS) e spiagge libere (SL) distribuite nelle aree in cui attualmente non vi è una forte vocazione alla balneazione a causa dell’attuale difficile e poco attraente morfologia costiera (Serra del Mito). Il PCC mira inoltre ad armonizzare l’attività economica imprenditoriale con l’esigenza di aumentare i luoghi della balneazione. Perciò, non è opportuno prevedere SB in aree tradizionalmente accessibili con facilità per la libera balneazione. Gli SB dovranno essere allocati in zone poco accessibili che, con le necessarie modifiche, potranno diventare facilmente fruibili dai bagnanti”.


Dunque, secondo le previsioni del PCC, sarà possibile intervenire con opere di valorizzazione a basso impatto ambientale (verde, percorsi pedonali e ciclabili, manufatti ecocompatibili) che consentiranno una riqualificazione di dette aree per usi diversi dalle esclusive attività turistico-ricreative, ossia ormeggi e pontili galleggianti per l’attracco di natanti di basso pescaggio, impianti per acquacoltura ed esigenze per la pesca, spiagge per cani.


Waterfront Marina Serra


Sono stati previsti: il recupero del “Belvedere”, sulla litoranea Serra-Tiggiano; individuazione e realizzazione di aree a parcheggio lungo la litoranea Marina Serra – Marina di Tiggiano al fine di limitare il traffico nella zona ai soli residenti ed a mezzi di trasporto ecologici (tipo navetta); ripristino del lungomare che va dalla piazzetta “Rotonda” alla Torre Palane mediante l’allargamento del marciapiede nel tratto della SLS da “La Chianca” alla Torre, utilizzando parte di esso come scivolo d’accesso per i disabili; creazione di un’area pedonale e ciclabile, che va dalla zona “Lavaturo” alla “Grotta Matrona”; realizzazione, in luogo dell’attuale area parcheggi adiacente il ristorante “Grotta Matrona”, di uno spazio che può essere anche adibito ad eventi d’arte, di spettacolo e/o sportivi; adibire la piazzetta “Rotonda” a zona attrezzata a parco giochi per bambini; chiusura del tratto di mare prospiciente la zona “Lavaturo” al traffico di mezzi a motore. La messa in opera di tutte quelle misure già individuate all’interno del gruppo di lavoro del Piano Coste per il miglioramento delle condizioni di agibilità e di fruizione della spiaggia – quali accessi più agevoli alla stessa con scalette rimovibili, aumento della superficie a disposizione dei bagnanti con rimozione o rimodellamento del cemento preesistente, ripristino della vegetazione e dei muretti a secco di delimitazione. In zona “Lavaturo” è prevista un’area SLS


Spinchialuro – Porticciolo


Il chiosco già esistente dovrà essere adeguato a quanto previsto nelle NTA; si suggerisce la possibilità di destinare a fini turistico-ricreativi l’area della cava collocata al limite con il porticciolo; al concessionario viene dato l’obbligo di tutela e pulizia del tratto di demanio; recupero estetico e funzionale; area con finalità diverse da SB e SLS, attività di noleggio canoe, pedalò e natanti ecologici per escursioni turistiche; recupero del piccolo locale esistente mediante interventi con tecniche e materiali ecocompatibili previsti nelle NTA.


L’area dovrà essere interessata dagli opportuni interventi per permettere la balneazione di persone diversamente abili: abbattimento delle barriere architettoniche, scivoli per l’accesso in acqua, uso di materiali funzionali e ecocompatibili (sabbia, legno, ect.)


Chianca – Torre Palane


Si è ritenuto opportuno suggerire, i seguenti interventi: valorizzazione e riqualificazione della spiaggia rocciosa; valorizzazione della conca “Piscina” mediante interventi atti a garantire la sicurezza dei bagnanti. Occorre intervenire con misure atte al consolidamento e alla manutenzione per mitigare ogni rischio per la pubblica incolumità dei bagnanti. Contestualmente occorre preservarne l’esempio di mirabile sinergia tra l’azione antropica e quella naturale che conferisce al sito una immagine-cartolina unica e sistemare le discese esistenti con l’adozione di tavolati smontabili da posizionare sulla roccia e che consentano con facilità l’accesso al mare. I locali e le strutture visibili dall’esterno dell’attività commerciale La Piscina dovranno diventare consone all’ambiente. Tale tipo di intervento può essere anche realizzato nella zona Chianca.


La Torre Palane, attualmente in regime di sequestro operato dall’Autorità Giudiziaria e consegnata al sindaco quale custode giudiziario, potrà essere acquisita al patrimonio comunale per fini di utilizzo istituzionale.


Una volta riqualificata con interventi di ristrutturazione e di consolidamento potrà essere trasformata in centro visite, per l’organizzazione e la promozione turistica della marina, museo, infopoint, ecc.; l’area adiacente dovrà essere pavimentata con basolato in pietra calcarea e decorata con aiuole di piante autoctone. Inoltre dovrà essere ripristinato il sentiero Torre-Acquaviva come l’adiacente incantevole caletta; la linea di costa affianco alla torre, direzione Nord, è area destinata per finalità turistiche ricreative diverse da SB ed SLS. Previsti punti di ormeggio per piccoli natanti, affitto natanti per ispezioni subacquee dell’adiacente area Acquaviva (sorgenti d’acqua dolce), SL e/o calette per barche da diporto (punti di ormeggio). La sistemazione delle zone rocciose alte che degradano verso mare può essere realizzata esclusivamente nel rispetto della naturale configurazione dei siti. La particolare struttura della costa, che non consente un accesso agevole dall’entroterra per giungere con facilità al mare, sembrerebbe contrastare con la possibilità di consentire la balneazione libera. Tale problematica può essere risolta in due modi: a monte, attraverso la realizzazione/riscoperta di una sentieristica oramai dimenticata e ciò consentirebbe l’accesso mediante percorsi pedonali e/o ciclabili, godendo delle straordinarie bellezze naturali; a valle, mediante il varo di pontili galleggianti stagionali a cui possono accedere natanti-navette di soggetti economici che offrono il servizio escursionistico estivo. Questi potrebbero implementare il servizio trasportando via mare i bagnanti che avrebbero la possibilità di usufruire in tal modo dell’intera costa fino ad Andrano. Per la zona “Acquaviva” si prevede la valorizzazione e la messa in sicurezza del sito anch’esso soggetto a pericolosità Geomorfologica per la presenza di diverse cavità (grotte) sottomarine. Ovviamente, sono aree non concedibili.


Dall’Acquaviva al Canale del Rio


Nel tratto di costa che va dall’Acquaviva alla parete meridionale del Canale del Rio non sono stati previsti stabilimenti balneari, ma solo spiagge libere e da raggiungere esclusivamente a piedi mediante il sentiero pedonale individuato, da ripristinare e trasformare in tratturo per trekking. Esistono già alcuni accessi al mare, da valorizzare con cartellonistica ecocompatibile e il ripristino del sentiero per escursionisti che si spinga verso al “Rio” e si colleghi ad altri sentieri di trekking. Nel Canale del Rio non è consentita la balneazione ed è necessario che l’amministrazione comunale lavori per il completo recupero di uno dei siti più belli. La presenza e lo sfocio delle acque depurate hanno alterato e reso non completamente fruibile il luogo. Occorre che lo sfocio direttamente a mare del depuratore sia sostituito con una condotta di almeno 1 chilometro verso il mare aperto per consentire il ripristino della balneazione e della completa fruibilità del luogo.


Dal Canale del Rio al Quadrano


L’area è stata tipizzata come SL perciò potranno essere realizzati sentieri panoramici e il ripristino del camminamento tra il Canale e il “Quadrano”, valorizzato con luci ed idonea segnaletica . Il recupero del tratto di costa del “Quadrano” e dello stesso Quadrano necessita di interventi di consolidamento della cavità.

La valorizzazione potrà avvenire mediante la sistemazione con ormeggi per natanti di piccolo pescaggio.

Le aree limitrofe potranno essere raggiunte e valorizzate con il sentiero realizzato secondo la tipologia del tratturo, la sistemazione a verde di piante autoctone nonché la realizzazione di muretti a secco. Sono, inoltre, da ripristinare e rendere fruibili le discese a mare esistenti con l’utilizzo della pietra e l’eliminazione del cemento.


Dal Quadrano a Casa Manfredi


La peculiarità di questa zona, tipizzata come SL, sono le cosiddette “Vasche” intagliate sulla scogliera, che attualmente risultano ricolme di detriti o di materiale di risulta ed in parte erose dal mare. Dovranno essere svuotate, ripulite e segnalate con appositi cartelli che ne ricordino l’uso come vasche per la concia delle pelli. Occorre anche migliorare la fruibilità delle discese a mare esistenti mediante l’eliminazione del cemento e l’utilizzo della pietra. In questo tratto è presente, inoltre, la specie di elevato valore fitogeografico rappresentata da Limonium Japigicum, Lavatera Arborea e Allium Commutatum.

Tale vegetazione dovrà essere tutelata e valorizzata, è rappresentata dall’habitat di interesse comunitario: Scogliere delle coste mediterranee con Limonio endemico.


Da Casa Manfredi alla Rotonda


Sono stati previsti: sentieri da attrezzare con luci e indicazioni ecocompatibili da casa Manfredi fino alla discesa pubblica “Tre Colonne”; ripristino dei tratturi esistenti; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturanti autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche; recupero e definizione dei confini demaniali e delle architetture rurali tipo furnacedda, a carico dei privati; potenziamento dei popolamenti vegetali puntuali delle specie vulnerabili o a rischio d’estinzione; percorsi tematici naturalistico, subacqueo, geolitologico, speleologico, storico/antropologico; rimozione dei materiali di risulta e rimozione o mimetizzazione dei tratti cementificati per uso balneare; eventuali concessioni nella parte adiacente del nuovo lungomare. È previsto un SB in località Rotonda in prossimità ai locali comunali esistenti adiacenti il Laboratorio di Biologia Marina.


Tra la Rotonda e il Porto


È la zona più antropizzata e particolarmente modificata rispetto al suo assetto naturale proprio perché adiacente al porto. Si prevedono sistemazioni per interessi turistico ricreativi, ma non per SB e/o SLS. Saranno possibili: concessioni per punto di sosta, ristoro, rinfresco ed intrattenimento, servizi pubblici e di informazione turistica; accesso per disabili; percorsi tematici geolitologico, storico/antropologico. Si è posta particolare attenzione all’unica spiaggia con sabbia dell’intera zona costiera di Tricase. Si tratta di spiaggia Sauli, di facile accesso ma situata, purtroppo, immediatamente fuori dall’ingresso nel porto, che potrebbe essere attrezzata per persone diversamente abili mediante opportuni accorgimenti e segnalazioni.

Da riqualificare ulteriormente gli spazi pavimentati esistenti e da avviare all’esercizio le attrezzature quali bagni, docce, infermeria e fasciatoio ed anche gli spazi ombreggiati per il relax ed il ristoro e con percorsi e pedane che rendano fruibile a tutti l’arenile e la balneazione. L’antica casa dei pescatori e le grotte recentemente restaurate saranno utilizzare come centro di informazione e divulgazione turistica.


Punta Cannone


Si tratta di uno sperone che è stato in parte antropizzato a causa degli interventi sulla vicina area portuale. Rappresenta un punto di particolare interesse naturalistico sia per la presenza di alcuni cespugli di una pianta inclusa nella Lista Rossa Nazionale, il Limoniastrum monopetalum, sia per la sua strategica e panoramica posizione.

Si è ritenuto dunque di riqualificare l’area dal punto di vista naturalistico, con il ripopolamento della specie rara, nonché della sua valorizzazione con punti luce e viste panoramiche.

Si prevede: pulizia, riposizionamento o eventuale rimozione dei blocchi frangiflutti in calcestruzzo, cancellazione delle scritte vandaliche sulle pareti rocciose prospicienti la spiaggetta privata (Sauli), etc.; messa in sicurezza del parcheggio soprastante la zona denominata “Arco”: muri di contenimento in pietra locale, pulizia discariche, interventi di manutenzione del fondo sterrato; messa in sicurezza (ampliamento) dell’ingresso al parcheggio; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturanti autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche, recupero e definizione dei confini demaniali a carico dei privati; dal sentiero in cemento esistente verso la spiaggetta Sauli si può prevedere una concessione tipo lido attrezzato con pedane amovibili. L’area è nel tratto roccioso prospiciente al chiosco già esistente.


In merito al fabbricato Sauli, realizzato negli anni ’60 con finalità ricettive e mai entrato in esercizio, il quale versa in uno stato di grave degrado, e all’area ad esso adiacente, si auspica una riqualificazione ambientale che includa anche il fabbricato esistente (un vero e proprio ecomostro che deturpa il meraviglioso paesaggio) e la valorizzazione dell’area ricoperta da specie arboree pregevoli. Questi interventi a carattere privato o pubblico consentirebbero alla marina d Tricase Porto di ampliare il lungomare sino alla sommità di Punta Cannone da dove è possibile godere di un panorama incantevole e tra i più suggestivi.


La riqualificazione del fabbricato dovrà essere realizzata con materiali ecocompatibili e rispettosi dell’ambiente e l’area esterna è auspicabile che venga trasformata in un vero e proprio giardino pubblico.


Per l’accesso al mare delle persone diversamente abili, si può prevedere un collegamento con passerella in legno da realizzare sul corridoio esistente in cemento adiacente al muraglione del faro.


Zona Arco – via Santa Marcellina


In questo tratto la scogliera finisce a strapiombo sul mare (8 – 12 mt), presenta caratteristiche pianeggianti nella parte superiore ma offre pochi punti di accesso all’acqua, inoltre la fascia demaniale è molto ristretta (4 – 15 mt).


È stata prevista un’area con finalità turistiche ricreative diverse da SB e SLS.


Esistono solo 2 discese, per la realizzazione delle quali è stato utilizzato del cemento, di cui una è utilizzata dalle suore Marcelline nel periodo di vacanza, l’altra, tramite una scalinata, porta in una grotta a livello marino dove è possibile la sosta e la balneazione per un numero ristretto di persone.


Gli interventi di valorizzazione per noleggio natanti, punti di ormeggio ecc prevedono: pulizia rifiuti e discariche di materiale di risulta, in particolare collocati alla base del muretto stradale; ripristino tratturi esistenti; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturali autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche; realizzazione di pontili galleggianti.


Via Santa Marcellina – Maria Aurora – Camping


A circa 150 mt da via Santa Marcellina insiste un area pubblica degradata (giardino e parcheggio) a rischio di frana, la quale necessita di urgenti interventi di riqualificazione, consolidamento e contenimento. Probabilmente tale area è stata ricavata su materiale di risulta proveniente dagli scavi dell’area portuale, senza alcun muro di contenimento. Naturalmente tali interventi debbono necessariamente essere eseguiti con pietre locali e materiali compatibili. In questo tratto la scogliera presenta caratteristiche medio – alte. La parte superiore si presenta in prevalenza pianeggiante, ma offre pochi punti di accesso al mare.


Sono presenti sorgenti di falda sottomarine che, oltre a rendere molto fredda l’acqua nel punto in cui sfociano, modificano anche l’aspetto della flora marina. Dall’area pubblica degradata fino al Camping la fascia demaniale si allarga fino ad un massimo di 40 mt circa. La scogliera assume un aspetto più frastagliato e poco agibile ed offre pochi accessi al mare tramite discese e sentieri in cemento. La costa non declina fino al piano marino ma finisce a strapiombo con altezze variabili da 2 a 5 mt circa. Al di sotto del muretto stradale insistono folti canneti cresciuti su materiale di risulta e fra i quali viene gettato ogni tipo di rifiuto. Piccole concessioni possono prevedersi all’altezza del Camping “San Nicola”, dove esiste già una piccola area parcheggio ed una discesa a mare.


Quest’ultima, nella parte superiore, necessita di interventi di bonifica discariche, rimozione o mimetizzazione del cemento, ripristino scalinata. Lungo tutto questo tratto fino al confine con il territorio di Andrano, è stato previsto un camminamento tipo tratturo largo tre metri, con il piano pedonale realizzato con misto di cava battuto e con muretti a secco. Il percorso verrà realizzato a ridosso del muro di contenimento che costeggia la litoranea. Questo tratto attualmente non ha nessuna peculiarità ambientale perché è quasi tutto costituito da materiale di risulta. Il camminamento permetterà la fruizione di tutto questo tratto di costa che attualmente non è molto praticato a causa della mancanza di parcheggi e marciapiedi. Lo stesso permetterà la percorrenza pedonale del tratto di costa in estrema sicurezza al riparo dal traffico veicolare e, soprattutto, potrà mettere in comunicazione le aree di sosta realizzate per godere del panorama. Le stesse attualmente versano in uno stato di estremo degrado e, quindi in virtù degli interventi previsti, potranno fungere da punti di ritrovo e/o intercambio per mezzi di trasporto quali biciclette a pedalata assistita, ecc.


Questa opera consentirà anche la fruizione delle discese a mare esistenti che dovranno essere ripristinate con l’eliminazione del cemento e la sostituzione con pietra o tavolati removibili. In questo tratto di costa sono previsti due stabilimenti balneari (SB) e una SLS, che saranno serviti dal camminamento. Sarà allestita anche una zona che possa permettere la sosta e la balneazione di animali da affezione accompagnati dai rispettivi proprietari.


L’amministrazione comunale si impegnerà a soddisfare l’esigenza di parcheggi per le auto con l’individuazione di aree a monte della litoranea, anche con il coinvolgimento dei privati per evitare l’incremento della pressione antropica sui siti interessati.


Dal Camping all’Isola



Nella fascia costiera comprendente l’Isola insistono alcuni tratti adiacenti alla strada, privati e demaniali che offrono la possibilità per alcuni interventi mirati (aree di sosta attrezzate, punti di rinfresco e di intrattenimento, etc.). La zona costiera balneabile dell’Isola necessita di interventi di riqualificazione, di rimozione o mimetizzazione del cemento.


È previsto uno SB in adiacenza all’Isola (dove invece si lascia la spiaggia libera) che potrà essere realizzato con pedane amovibili poste anche a distanza dalla linea di costa. Da valutare l’eventuale possibilità di un collegamento sentieristico che unisca i vari punti di interesse della costa.


Ad esempio, il ripristino della carraia che dalla Torre del Sasso scende verso il mare o altri sentieri che attualmente attraversano proprietà private. La fascia costiera tricasina è troppo stretta e chiusa dalle serre e dalle proprietà private, bisogna necessariamente riflettere sulla possibilità di ripristinare tali collegamenti con la parte superiore utilizzando e valorizzando l’esistente.


Dall’Isola ad Andrano


La fascia costiera seguente sino al Comune di Andrano potrà essere valorizzata mediante interventi per la realizzazione di impianti di acquacultura, strutture per varo, alaggio e rimessaggio. è stata tipizzata come area con finalità diverse.


Pontili per ormeggi e attracchi


Per le caratteristiche morfologiche del litorale, l’adozione di pontili mobili per attracchi di natanti può rappresentare una valida alternativa all’utilizzo della spiaggia libera quando la stessa non risulta servita da accessi al mare. Per gli ormeggi si suggeriscono pontili galleggianti formati da blocchi modulari in plastica ad alta densità, resistenti agli agenti atmosferici, alla luce, alle basse od alte temperature (da -55° a + 75°) o legno. Tale sistema è l’ideale per creare piattaforme e pontili che dalla spiaggia si aprono verso il mare, ma anche pontili di attracco imbarcazioni.

Il sistema permette di assemblare pontili per attracco imbarcazioni e risulta essere versatile, facile da rimuovere o da assemblare oltre ad essere è l’ideale per usi ludici e sportivi. La superficie può essere in legno o in composito che presenta un notevole vantaggio: è indeformabile, ma soprattutto non richiede alcuna manutenzione anche se come impatto è meno gradevole del legno.

Il pontile galleggerà grazie alla parte sottostante in polietilene che ne costituisce la base principale e potrà essere istallato prima della stagione estiva e disinstallato entro la fine di settembre. L’ubicazione ideale di detti manufatti, come detto, è quella delle spiagge libere, particolarmente inaccessibili da terra per la carenza di parcheggi. Gli utilizzatori potrebbero eventualmente utilizzare un servizio navetta via mare con partenza dal Porto di Tricase.


Giuseppe Cerfeda


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Certezze ed incertezze del presente

Lo spettro della guerra, malavita, femminicidi, violenza dilagante nel mondo adolescenziale e giovanile. E il Salento? Terra di anziani residenti o fugaci vacanzieri…

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di Hervé Cavallera

di Hervé Cavallera

La Pasqua da poco trascorsa dovrebbe aver ricordato ai Cristiani che essa, per il tramite della passione, morte e resurrezione di Gesù, è l’invito al passaggio ad una vita migliore.

Le feste del Cristianesimo, infatti, possono essere considerate come una sollecitazione per un futuro che sia, per i singoli e per la collettività, più buono e sereno rispetto al passato.

Ma l’immagine del presente non è così.

In campo internazionale permangono almeno due conflitti e i rischi che i campi di battaglia si allarghino non sono da sottovalutare.

E non è un problema dappoco.

Poi, per quanto riguarda l’Italia (ma il fenomeno non è solo italiano) si può constatare un aumento della violenza.

E non ci si riferisce solo ai casi più eclatanti, ossia ai delitti legati al mondo della malavita e alla crisi delle relazioni sentimentali (basti ricordare i femminicidi).

Ci si riferisce particolarmente alla violenza diffusa nel mondo adolescenziale e giovanile con i tumulti nelle università volti ad impedire la libertà di parola a conferenzieri non graditi, alle dimostrazioni pacifiste che generano saccheggi e vandalismi di vario genere, alle conflittualità che serpeggiano in certe scuole in una contrapposizione tra docenti ed allievi, con la partecipazione talvolta dei genitori.

Si ha l’impressione di trovarci in un mondo in cui non si riesce più a controllare gli impulsi.

Così accade che le frustrazioni, che sicuramente la maggior parte di noi ha pure conosciuto nel corso della propria esistenza, non vengano superate rafforzando il carattere e abituando a saper affrontare le difficoltà, ma producano comportamenti aggressivi che si propagano con facilità.

Ciò significa che gli adulti, i genitori in particolar modo, devono ben essere attenti oggi più che mai alle dinamiche dell’età evolutiva dei giovani.

Per fortuna sembrerebbe un fenomeno che non riguarda in modo preoccupante il nostro Salento.

Non che manchino i fatti di cronaca nera, ma fenomeni di scontri di piazza da parte di minorenni sono assai pochi.

E qui allora emerge un’altra considerazione: quello dello spopolamento.

Le nascite sono da tempo in netto calo nella Penisola.

Secondo i dati dell’ISTAT in Italia nascono 6 bambini ogni mille abitanti.

Nel Salento al calo demografico si aggiunge poi il fatto che molti giovani compiono gli studi universitari in altre regioni d’Italia e non tornano più nel paese nativo.

Certo, vi sono anche coloro che tornano e con coraggio, come si è scritto su questo giornale, ma sono pochi.

Il Salento diventa la terra di anziani residenti o di fugaci vacanzieri.

E allora l’invito alla gioia che proviene dal suono delle campane pasquali si spegne in una triste rassegna.

Conflitti sempre più minacciosi tanto da spingere qualcuno a sostenere il ritorno alla leva obbligatoria, sviluppo della criminalità organizzata, violenze e tragedie domestiche, violenza giovanile, fragilità nell’affrontare le difficoltà connesse al quotidiano, spopolamento, stagnazione produttiva…

Occorre precisare che non si nega che esistano casi positivi, anzi di eccellenza nella imprenditoria, nei giovani, nella vita coniugale e così via, ma l’ombra del negativo è sempre più visibile e preoccupante.

LA COMUNICAZIONE DELL’EFFIMERO

Vi è poi la sensazione di una crescita dell’individua- lismo accentuato dai social, dalla facilità di esprimere pareri su tutto e su tutti.

Al tempo stesso la comunicazione digitale isola fisicamente l’utente pur avendo egli un contatto online con centinaia se non migliaia di persone.

È la comunicazione dell’effimero, mentre si continua a rimanere soli.

Come diceva l’antico filosofo, l’uomo è un animale sociale; ha bisogno di vivere concretamente, fisicamente col prossimo, non di limitarsi a parole diffuse con mezzi artificiali.

Ed è questo l’aspetto che è il lascito ideale delle recenti celebrazioni pasquali: quello di tornare ad essere una comunità.

Una comunità di persone che si incontrano e dialogano ed elaborano progetti che permettano una crescita economica e spirituale.

Tutto questo richiede buona volontà e competenza, richiede il mettere da parte l’attrazione per il proprio tornaconto, per il proprio particulare come diceva Guicciardini.

È un compito che devono tornare ad assumere quelle istituzioni ad esso preposte quali la famiglia e la scuola.

In un momento storico in cui i legami familiari diventano sempre più fluidi, bisogna che la scuola diventi davvero un centro di formazione di responsabilità oltre che di conoscenze e competenze.

Un futuro migliore è affidato da sempre ad una buona educazione e di ciò dobbiamo tornare a prendere consapevolezza.

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Il fallimento della democrazia

Astensionismo: nelle regionali del 2023 raggiunse il 60% in Lombardia e Lazio; nel 2014 in Emilia-Romagna votò solo il 37,7%. Nel 2020 l’affluenza alle regionali pugliesi è stata del 56,43%…

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di Hervé Cavallera

Il prof. Hervé Cavallera

Il 25 febbraio si è votato per la Regione in Sardegna.

I candidati alla Presidenza della Regione erano 4 e le liste presenti 25.

Ora, quello che particolarmente colpisce, a prescindere da vinti e vincitori e dalle stesse modalità di votazione (voto disgiunto, ad esempio), è l’affluenza degli elettori.

Poco al di sopra del 52%, quindi ancor meno dell’affluenza avuta nelle precedenti elezioni regionali.

Né si tratta di un fenomeno meramente sardo.

L’affluenza elettorale è effettivamente bassa e, come si suole dire, l’astensionismo è in assoluto il maggior partito in Italia (ma la situazione non è dissimile anche in altri Paesi europei).

Nelle regionali del 2023 l’astensionismo raggiunse il 60% in Lombardia e nel Lazio e nel 2014 in Emilia-Romagna per l’elezione del presidente della Regione votò solo il 37,7% degli elettori.

Nel 2020 l’affluenza alle regionali in Puglia è stata del 56,43%. Ciò non può lasciare indifferenti in quanto, se democrazia significa partecipazione, il “successo” dell’astensionismo significa fallimento della democrazia.

Esiste ormai nella realtà uno scollamento tra cittadini e politica.

È un dato inequivocabile che non può essere risolto con la diffusione del cosiddetto “civismo” ossia con la nascita di movimenti localistici.

Invero nel 1946 l’Assemblea Costituente introdusse il principio della obbligatorietà del voto che però all’art. 48 della Costituzione italiana risulta solo un dovere civico.

Nel 1957, col D. P. R. n.361, si rendeva obbligatorio il voto nelle elezioni politiche, dichiarando che occorreva fare un elenco degli astenuti.

Il tutto poi venne meno nel 1993 (D. L. 20 dicembre 1993, n . 534).

Il che è anche corretto poiché il concetto di liberta implica anche l’astensione. E tuttavia quando l’astensione raggiunge livelli elevatissimi sì da quasi superare il numero dei votanti, è chiaro che è in atto una crisi della sensibilità politica dei cittadini.

Si tratta di un processo che in Italia si può far risalire alla cosiddetta fine della prima Repubblica (1994) ossia con la fine dei partiti che esistevano nella Penisola dal 1946.

In realtà, il fenomeno rientra nel collo delle grandi ideologie e, di conseguenza, in una semplificazione della vita politica tra due schieramenti, etichettati come moderati o conservatori da una parte e progressisti dall’altra.

Non per nulla negli Stati Uniti d’America dove esistono praticamente solo due partiti, il repubblicano e il democratico, l’astensionismo tocca spesso punte del 70% a cui peraltro ci si è abituati.

Di qui un altro aspetto che va considerato: il ruolo decisivo del candidato alla presidenza.

Sostanzialmente si vota la persona più che le idee.

D’altronde tutti possiamo constatare che nei nostri Comuni sono pressoché inesistenti le tradizionali sezioni dei partiti, ove una volta i tesserati potevano discutere vari temi politici.

Di qui un ulteriore paradosso. Si ritiene che in una società democratica chi “comanda” o, per essere più corretti, chi ha la gestione della cosa pubblica sia la maggioranza.

Nei fatti, invece, proprio grazie all’astensionismo, la gestione del potere è comunque affidata ad una minoranza, mentre la maggioranza dei cittadini assiste con apatia, rassegnazione o altro, a quello che la minoranza decide.

Negli anni ’80 del secolo scorso il sottoscritto scrisse un libro sull’importanza dell’educazione politica, intesa non come educazione partitica, ma come educazione alla partecipazione responsabile alla vita pubblica.

Al presente, di fronte a fenomeni come l’astensionismo, la cancel culture, l’improvvisazione demagogica che talvolta si fa sentire per il tramite dei social, una riflessione articolata, ponderata e di largo respiro sulla necessità di una rifondazione della vita civile, in modo che non sia soggetta alle pulsioni del momento, sarebbe opportuna.

Naturalmente tutto riesce difficile ed è inutile evocare il ricordo della vecchia Educazione civica, anche se dal settembre del 2020 l’Educazione civica è considerata una disciplina trasversale che riguarda tutti i gradi scolastici.

In una società ove predomina il relativismo individualistico, mancano i grandi valori che danno davvero lo slancio vitale all’impegno civile che investa la collettività e tutto si risolve nel gioco degli interessi di piccoli gruppi o dei singoli.

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In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale dei Diritti della donna, il Liceo A. Vallone, di Galatina, sceglie di “far rumore” al fine di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

Previsto in mattinata, alle ore 11.45, un corteo che partirà dalla sede centrale del Liceo, in viale don Tonino Bello, e si muoverà verso Piazza San Pietro dove si terrà un flash mob di riflessione chiuso con la lettura di Knocking on Heaven’s door, profondo monologo in voce maschile tratto da Ferite a morte, di Serena Dandini. 

“L’ignominia continua da Giulia…1,2,3…12 vittime” è il messaggio che gli studenti e le studentesse del Liceo porteranno in corteo, ribadendo che “Nessun delitto ha una giustificazione”!

Tutti gli studenti e le studentesse del Liceo, accompagnati dal personale scolastico, attraverseranno le strade principali della città (viale don Tonino Bello – via Ugo Lisi – C.so porta Luce – Piazza San Pietro) con l’obiettivo di fare un silenzioso rumore sull’inefficacia di questa ricorrenza, dipanando un drappo rosso lungo 30 metri, simbolo del dolore e delle violenze che le donne ancora subiscono, visto il perdurante divario di genere.

“Non si ha nulla da celebrare se non vi è uguaglianza. Non si celebra la Donna se non La si rispetta” Queste le parole della Dirigente Scolastica, prof.ssa Angela Venneri, che ha fortemente promosso e sostenuto l’iniziativa, in un’ottica di sensibilizzazione e condivisione d’intenti.

Non un’occasione per festeggiare, dunque, ma solo per riflettere e tenere alta l’attenzione, con l’auspicio che l’educazione culturale possa riaffermare un ineludibile principio di civiltà.

Da qui l’augurio conclusivo dei nostri studenti e studentesse a tutte le donne con i dolcissimi versi della poesia di Alda Merini, Sorridi donna.

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