News & Salento
“Cosa c’è dietro al Crocefisso”
E’ stata diffusa la notizia relativa all’ulteriore beneficio erogato dallo Stato alla Chiesa Cattolica: si tratta di una parte dell’8 x Mille che il contribuente destina allo Stato per la salvaguardia del patrimonio pubblico. Lo scorso anno La Corte dei Conti segnalò al Governo la irregolarità di tale destinazione. La suprema magistratura contabile, organo costituzionale con poteri consultivi e di “giustizia contabile”, non avrebbe alcun sindacato sull’operato dell’Esecutivo. Ma, se la distrazione di fondi, così sarebbe addebitabile se commessa da un pubblico amministratore, è posta in essere dal Governo, un’azione di responsabilità, anche morale, andrebbe pur sollevata.
Siamo in presenza di una “infedele” utilizzazione dei proventi dell’8 x Mille, prevista dalla legge n. 122/85 che lo istituì, dopo la revisione del Concordato, la fine della religione di Stato e la eliminazione della “congrua”, lo stipendio statale, goduto fino ad allora dai preti. Non va ignorato che la stessa legge consente una odiosa forzatura della volontà del contribuente; se al momento della dichiarazione dei redditi non esprime una scelta a favore o dello Stato o delle chiese, la sua quota viene ugualmente ripartita fra questi. Da notare che il contribuente di suo non destina nulla, è lo Stato che dalla somma versata dal cittadino come Irpef, stacca l’8 x Mille a favore dei predetti destinatari. Le chiese, inoltre, per la costruzione o riparazione delle strutture parrocchiali ricevono ogni anno da tutti i Comuni il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria che il cittadino versa per il ritiro delle concessioni edilizie. Una consistente erogazione, dai più sconosciuta, di rado rendicontata e ritenuta a torto obbligatoria, perchè superata proprio dall’8 x Mille.
Per di più gli enti religiosi ottengono dalle Regioni finanziamenti, a fondo perduto, prima al 100%, ora al 50% (è il caso della Puglia) per oratori, palestre o campi sportivi, a scapito di quelli per i Comuni. Abbiamo, in altri termini, l’anomalia di ospitare una ramificata organizzazione clericale, a totale carico di uno Stato pur laico. La vera battaglia per conservare i simboli religiosi è quella, nel concreto, per giustificare non più sostenibili privilegi, di cui abbiamo riportato un parziale elenco. La tradizione, invocata da don Luca De Santis (“il Gallo” de 28 novembre/4 dicembre 2009), ne dà una prova richiamando vecchie normative (lo Statuto Albertino), superate dalla vigente Costituzione e riguarda il tempo appunto in cui il cristianesimo veniva assunto come religione di Stato, ad opera di una monarca, voluto da Dio. La laicità viene, da don De Santis, interpretata col suo contrario: ti impongo una morale confessionale e se ti lamenti allora vuol dire che non sei “disposto ad accettare l’opinione di tutti”. Si vuole giustificare una esclusiva, obbligatoria esposizione di un simbolo religioso di parte per un suo valore culturale.
Ma è anticulturale e antiformativo proprio nella scuola, dove garantire la libertà di pensiero, stimolare la ricerca e lo spirito critico, con attenzione a tutte le culture, anche a quelle scampate da crociate, roghi, repressioni e discriminazioni, pretendendo di affermare concezioni o verità preconfezionate, tutte da verificare. Per gli orrori della millenaria repressione clericale, dell’inquisizione, degli eccidi dei popoli conquistati, della controinteressata opposizione all’unità e all’autonomia della nazione italiana, si è chiesto con facilità perdono, precisa il De Santis. Sfugge un particolare: i responsabili, individuali e istituzionali, restano dinnanzi alla storia e al pensiero impuniti.
Giacomo Grippa
Uaar (Unione atei ed agnostici razionalisti) Circolo Lecce
Appuntamenti
Passeggiata tra la cartapesta e le chiese di Galatina. Oggi
E sarà a questa Galatina che apriremo le porte sabato pomeriggio per una passeggiata gratuita tra i tesori della nostra cartapesta
Attualità
”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo
Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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