News & Salento
Santa Cesarea, la maggioranza sulle Terme: “E’ il momento di fare chiarezza sulle responsabilità!”
Negli ultimi tempi si sta infiammando il dibattito sul N.C.T. Problema molto sentito da questa cittadinanza, trattandosi di un immobile di proprietà comunale che sembrava aver trovato la giusta utilizzazione in un Piano di Rilancio ormai inesistente. Come è chiaro a tutti, la Società Terme non ha alcun interesse ad investire su quello che, lo stesso Presidente Serra definisce “MAMMOCCIONE”. Questo in spregio alle risorse pubbliche già erogate e ai sacrifici economici cui questa comunità è stata costretta, per aver dovuto onorare un richiamo dei decimi che, a tutt’oggi, stante i silenzi della società sul tema, è avvenuto con modalità poco chiare. L’immobile che doveva servire alla valorizzazione del territorio e che, in virtù dei cospicui investimenti operati, avrebbe dovuto dare impulso e sviluppo all’economia ed all’occupazione non solo dell’azienda, ma dell’intero territorio salentino, ora, secondo gli intendimenti del Presidente del C.d.a., è solo una “zavorra” e l’intervento su di esso è sempre subordinato a qualcos’altro.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto i soldi dell’aumento di capitale (€ 2.818.542,65 versati dal Comune di Santa Cesarea Terme e € 2.874.289,18 versati dalla Regione)? Ovviamente non serve obiettare, come invece fanno gli organi societari, che “le somme versate dai soci in ottemperanza agli obblighi assunti con la sottoscrizione dell’aumento di capitale non sono sottoposte ad alcun vincolo di destinazione”. Sarebbe utile, invece, sapere e capire come sono stati spesi i soldi pubblici. La Società Terme ha chiuso gli ultimi bilanci in perdita e, sicuramente, chiuderà anche il 2009 con un disavanzo. Considerato che neanche 1 € è stato investito sul N.C.T., se ne deduce che le perdite di esercizio siano dovute ad una gestione dissennata delle risorse.
Riteniamo gravemente lesiva degli interessi aziendali e di questa Comunità la gestione allegra, per usare un eufemismo, del Presidente Serra, a cui ricordiamo che non deve permettersi di offendere le cariche istituzionali di questo Comune. Ai Soci della Terme S.p.a. chiediamo che sia fatta chiarezza sulle responsabilità. Pertanto, nel ricordare al Sindaco che l’unico interlocutore qualificato del Socio Comune è il Socio Regione, e non certamente il Presidente del C.d.a., che a norma del diritto societario (tanto invocato dagli organi societari) non è da confondere con il proprietario della stessa, CHIEDIAMO la convocazione di un C.C. in cui affrontare la questione delle responsabilità all’interno della società, di cui il Comune è socio e proprietario al 49,504%. Fiduciosi che, nell’interesse della Comunità, nessun consigliere (sia egli di maggioranza o di minoranza), vorrà sottrarsi alle proprie responsabilità, INVITIAMO il socio Regione, nella persona del Presidente Vendola, accertate determinate circostanze ed individuate le responsabilità, ad assumere i provvedimenti conseguenti.
I Consiglieri di Maggioranza: Bono Sergio, Frangillo Sergio, Merola A. Cinzia, De Giuseppe Silvia, Corsano Lele, Del Prete Antonio, Maschio Donato, Nutricato Giampiero, Viva Giancarlo, De Rinaldis Carmine.
Attualità
”FRIENDS 4 AUT”, parte il progetto del centro servizi per l’autismo
Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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Lecce, i bambini tornano nelle aule in via Basilicata
A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi,
Ammirato Falcone, via Basilicata: i bambini tornano nelle aule
Da giovedì 4 aprile i bambini della scuola dell’infanzia dell’istituto di Lecce, Ammirato Falcone, di Via Basilicata, sono tornati nelle loro aule, dopo i lavori urgenti di ristrutturazione e messa in sicurezza del corpo B dell’edificio.
A giugno del 2022, infatti, a seguito dell’avvio dei lavori di adeguamento sismico furono riscontrati importanti elementi di instabilità che coinvolgevano i pilastri e le travi, tanto da costringere il sindaco, su relazione della direzione dei lavori, ad una ordinanza di chiusura per inabilità dell’edificio e determinare di conseguenza la chiusura anticipata delle lezioni e il conseguente spostamento degli alunni in altro plesso scolastico, nelle more del completamento dei lavori.
Da giovedì, dunque, i bambini di Via Basilicata sono tornati nell’edificio ristrutturato e messo in sicurezza, adeguato a norme e tecnologie costruttive antisismiche.
Riqualificati anche gli ambienti destinati al servizio di mensa.
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