Connect with us

Attualità

Liquidità: il Salento vale oltre 12 miliardi

Depositi bancari e postali. Trend in aumento + 2 miliardi rispetto al 2011. In occasione della giornata mondiale del risparmio, lo studio sui depositi bancari e postali

Pubblicato

il

In occasione della Giornata mondiale del risparmio (31 ottobre), l’Osservatorio economico ha elaborato l’ammontare dei depositi bancari e postali detenuti dai residenti della provincia di Lecce.


La liquidità supera i 12 miliardi 132 milioni di euro. Si tratta di risparmi fermi in conti correnti, libretti di risparmio o sotto forma di buoni fruttiferi o certificati di deposito (dati Bankitalia, al 30 giugno scorso).


Rispetto al 30 giugno 2011, poco prima dell’avvento del Governo Monti, i depositi si attestavano a 9 miliardi 693 milioni di euro. Si registra, dunque, un incremento di 2 miliardi 438 milioni, pari al 25,2 per cento. In questo arco di tempo, sono cresciute sia la raccolta bancaria sia quella postale.


«Nella composizione del portafoglio delle attività finanziarie dei salentini», commenta Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico, «aumenta la quota dei depositi bancari, con una crescita sempre più sostenuta. Crescono anche le riserve assicurative, mentre diminuiscono nel portafoglio le azioni e i titoli obbligazionari, che rappresentano una quota sempre più ridotta. Non si ferma, dunque, la corsa alla liquidità dei salentini e la ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie non è ancora tornata ai livelli pre-crisi».


In particolare, negli sportelli della città capoluogo di provincia, sono fermi due miliardi 45 milioni di euro. Nell’ultimo anno, lo stock è salito del 5 per cento (al 31 dicembre 2017 i depositi erano di 1 miliardo 949 milioni).


Più di tutti, è cresciuto Martano, dove i depositi sono aumentati del 30,5 per cento (84 milioni a 110 milioni). Segue Ugento, con il 21,8 per cento (da 61 milioni a 74).


Al terzo posto della graduatoria figura Maglie, con il 9 per cento (da 293 milioni a 320).

Sempre in termini percentuali, si registrano le performance di Squinzano, con l’8,8 per cento (da 65 milioni a 71); Nardò, con il 7,5 per cento (da 222 milioni a 239); Taviano, con il 7,5 per cento (da 93 milioni a 99,9); Veglie, con il 5,5 per cento (da 87 milioni a 92); Casarano, con il 4,3 per cento (da 197 milioni a 206); Copertino, con l’1,5 per cento (da 167 milioni a 169,8); Tricase, con l’1,4 per cento (da 173,8 milioni a 176,2); Leverano, con l’1 per cento (da 172,5 milioni a 174,2); Campi, con lo 0,7 per cento (da 80,8 milioni a 81,4); Galatone, con lo 0,6 per cento (da 79 milioni a 79,6); Gallipoli, con lo 0,1 per cento (da 193,5 milioni a 193,6).


Pressoché stabili i depositi bancari a Galatina (293 milioni) e a Monteroni (69,5 milioni), mentre calano a Taurisano, con un tasso negativo del 9,5 per cento (da 63,9 milioni a 57,9).


I depositi degli altri comuni salgono del 2,6 per cento (da 1 miliardo 745 milioni a 1 miliardo 789 milioni). Complessivamente nelle filiali e negli sportelli degli istituti bancari della provincia Lecce sono custoditi 6 miliardi 438 milioni (contro i 6 miliardi 235 milioni dell’anno prima).


Dal 31 dicembre 1998, quando i depositi ammontavano a 3 miliardi 630 milioni al 31 dicembre 2018 (depositi a 6 miliardi 438 milioni), si registra un aumento addirittura del 77,4 per cento.



Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

Pubblicato

il

 Segui il canale il Gallo  Live News su WhatsApp: clicca qui

Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

Continua a Leggere

Attualità

«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

Pubblicato

il

 Segui il canale il Gallo  Live News su WhatsApp: clicca qui

«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

Continua a Leggere

Attualità

Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

Pubblicato

il

 Segui il canale il Gallo  Live News su WhatsApp: clicca qui

C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti

Copyright © 2019 Gieffeplus