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Attualità

Nè di destra nè di sinistra…

Antonio Memmi: «Sentiti libero di scrivere di chiunque e qualunque cosa, a patto che dica cose vere: in questa frase c’è tutta la linea editoriale che ha caratterizzato la nostra collaborazione»

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Conobbi Direttore e redazione proprio mentre stava per esser distribuito il numero speciale che celebrava il traguardo dei dieci anni dalla fondazione del giornale: un traguardo già quello importante e non usuale in quegli anni difficili per un free press.


E mi rendo conto solo adesso che l’ho scritto, di quanto tempo sia passato mandando i miei pezzi al paziente e sempre sorridente Giuseppe che, con i suoi titoli, i suoi occhielli ed i suoi sommari, si è sempre divertito ad aggiunger pepe ai miei articoli.


Come parlare allora del giornale con il quale si collabora senza cadere nella retorica? Forse raccontando di questa testata l’unica vera cosa davvero importante per un giornalista: la libertà di esprimersi. Di quel giorno in cui conobbi e chiacchierai per la prima volta con il Direttore, proponendomi come corrispondente da Casarano (che vedevo piuttosto assente nelle pagine di quel giornale che ogni tanto ritiravo gratis qua e là per i negozi), ricordo solo una frase che mi ha accompagnato ogni qualvolta, davanti ad un foglio bianco, mi sono apprestato a scrivere di argomenti tra i più svariati: «Sentiti libero di scrivere di chiunque e di qualunque cosa, a patto che tu dica cose vere». Basta. In questa semplice frase c’è tutta la linea editoriale che ha caratterizzato la nostra collaborazione (che altrimenti sarebbe durata quanto Gattuso alla Fiorentina!).


Si dice che più grandi sono i mezzi di informazione e meno coraggio e meno libertà vengono consentiti a chi scrive.


Penso sia proprio così perché, in un giornale piccolo come “il Gallo” (e conservato volutamente tale negli anni), mantenuto in vita solo dalle inserzioni pubblicitarie della gente comune e senza quindi editori Paperoni da omaggiare, sfido chiunque a trovare una tendenza di pensiero precostituita: se in un articolo leggi male di una Giunta di destra, qualche pagina dopo viene attaccata una Giunta di sinistra e se da una parte si parla di un prete, dall’altra si parla di una qualche associazione laica. E questo sta a significare solo una cosa: totale libertà di informare.


Antonio Memmi


Un giornale piccolo però, d’altro canto, rischia di pagare a caro prezzo questa sua libertà, perché facilmente attaccabile e facilmente denigrabile da chi lo disprezza alla stregua di un giornaletto parrocchiale.

Basta infatti una querela ben assestata per mettere a rischio la stessa esistenza in vita della testata (ed io, con le mie, formalmente presentate o soltanto minacciate, penso di aver contribuito a dare qualche grattacapo al Direttore che, nonostante tutto, si è sempre schierato dalla mia parte).


Scrivere un articolo per questo giornale vuol quindi dire avere la possibilità di far sentire anche un’altra voce su qualsiasi argomento, aver la possibilità di non essere necessariamente omologato al comune sentire ed avere soprattutto la possibilità di non essere politicamente corretto a tutti i costi (vero fascismo dei giorni nostri).


Sarà sicuramente difficile da credere ma vi chiedo di farlo sulla parola: non c’è mai stata una telefonata dalla redazione che abbia “invitato” a smussare i toni o ad evitare di affrontare taluni argomenti, così come mai è accaduto di ricevere richieste per “attaccare” tizio piuttosto che caio: solo questi fatti valgono la soddisfazione professionale.


Sono un giornalista che nella vita si occupa principalmente di altro e mi capita di collaborare anche con altre testate e quindi non so se sarò ancora qui a scrivere il mio pezzo per il prossimo numero celebrativo (che do per scontato che ci sia) e siccome sono convinto che essere grato a qualcuno e non dirglielo equivale a comprargli un regalo e a non darglielo, approfitto di questa rara opportunità per dire che sarò sempre grato a “il Gallo” per avermi dato la possibilità di diventare giornalista e di crescere in questo affascinante e complesso mondo.


Antonio Memmi


Attualità

Bollette di gas e luce salate: procedimento istruttorio contro Enel Energia

Dopo i reclami di Adiconsum Lecce, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole accertare l’eventuale pratica commerciale scorretta in merito alle modalità di comunicazione delle variazioni contrattuali

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Tutto aveva avuto inizio nel 2022 quando molti consumatori decisero di passare dal prezzo variabile al prezzo fisso con l’obiettivo di mettersi al riparo da repentine impennate delle tariffe.

I contratti erano a tempo indeterminato ma l’offerta era a tempo determinato e raramente superava i 12 mesi.

Già questa differenza, poco nota ai molti, ha contribuito ad ingenerare confusione e disattenzione.

Alla scadenza dell’offerta concordata, il consumatore doveva ricevere dal proprio gestore, una comunicazione di variazione della tariffa – se meno favorevole – almeno tre mesi prima dell’entrata in vigore della nuova tariffa informandolo della possibilità di poter recedere dal contratto.

Questa comunicazione, separata dalla bolletta, può essere inviata per posta ordinaria o per email qualora l’utente abbia scelto tale modalità in fase contrattuale e non sono previste altre modalità di invio.

La comunicazione è molto importante perché oltre a informare l’utente del cambio tariffario, contiene anche l’informazione che, qualora l’utente non sia d’accordo con la tariffa proposta, potrà recedere dal contratto e cambiare gestore.

Ed è qui che nel mese di gennaio molti utenti si sono visti recapitare bollette del gas esagerate e si sono rivolti ad Adiconsum LecceAssociazione per la difesa dei consumatori per contestare la bolletta, visto che l’unica risposta fornita dagli operatori di Enel energia è stata quella che la tariffa era variata.

L’analisi delle bollette attenzionate ha evidenziato che molte tariffe del gas erano variate a partire da luglio 2023 e che, con l’avvento della stagione estiva, gli utenti non hanno potuto rendersi conto dell’aumento subito.

La sorpresa si è avuta solo quando con l’inverno sono stati accesi i riscaldamenti ma le bollette sono arrivate quando ormai erano trascorsi i periodi per porvi rimedio.

La beffa maggiore è stata poi quella che a fronte delle lamentele avanzate dagli utenti, Enel energia si è dichiarata disponibile a variare il prezzo del gas per il futuro (all’arrivo della bella stagione) ma lasciando invariati i prezzi dell’inverno pregresso.

Moltissimi consumatori lamentano di non aver mai ricevuto una comunicazione di variazione tariffaria per cui si è provveduto a contestarlo a Enel energia.

«Purtroppo», fanno sapere da Adiconsum Lecce, «il codice di condotta commerciale approvato da Arera scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto la comunicazione. In pratica l’onere della prova ricade sulle spalle della parte più debole. Questo anche quando la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo alla ricezione della bolletta. Inoltre il gestore gode di una presunzione di ricezione della comunicazione, trascorsi 10 giorni dall’invio, anche se il consumatore sostiene di non aver mai ricevuto nulla!».

A fronte delle «inaccettabili risposte fornite da Enel energia» ed ai reclami effettuati da Adiconsum Lecce, l’associazione ha provveduto a inviare le segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrente e del Mercato e ad Arera «per i profili di comportamento commerciale che le stesse vorranno rilevare a salvaguardia dei consumatori» e invocando il recesso contrattuale ai sensi dell’art. 52 e 53 del Codice del consumo «non essendogli stato consentito preliminarmente di conoscere le condizioni economiche che sarebbero state applicate, né posto nelle condizioni di poter valutarne gli effetti e le decisioni da assumere consapevolmente e decidere se avvalersi del garantito diritto di recesso».

Ora, grazie alle segnalazioni effettuate anche da Adiconsum Lecce, l’autorità ha formalmente aperto un’istruttoria che potrebbe portare gli utenti a vedersi riconosciute le proprie ragioni ed ottenere qunato contestato da Adconusm Lecce.

 

 

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Attualità

«Mi vien da ridere». Rimpasto in Regione, Maraschio amara

L’ex assessora: «Non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti»

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«Quindi l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso».

Lo afferma l’ex assessora Anna Grazia Maraschio, riguardo il rimpasto della giunta regionale annunciato ieri sera.

«Ringrazio le centinaia di persone, di amministratori, di cittadini che mi stanno scrivendo attestati di solidarietà, messaggi di indignazione e puro sconcerto», prosegue Maraschio, «non accetterò l’incarico all’interno dello staff del presidente Emiliano, ipotesi che mi è stata prospettata e per la cui offerta ringrazio.  Tra galleggiare e navigare ho sempre scelto la seconda opzione nella mia vita, con il vento in poppa e libera da condizionamenti. Tutto quello che ho ottenuto è stato grazie alla cultura del lavoro, l’unica che mi permea e alla quale rispondo. La stessa cultura che ho portato all’interno dell’assessorato che mi sono onorata di guidare, formato da professioniste e professionisti che sento di ringraziare, insieme al mio staff tecnico sempre al mio fianco e ai dirigenti, ai funzionari che hanno seguito la mia visione politica. Non rinnego nulla e non nascondo che sono stati anni belli, intensi, ricchi di soddisfazioni ma anche duri. Spesso ho dovuto lottare in solitudine, sentendomi come una mosca bianca».

«In tutta questa vicenda, c’è solo un aspetto che mi lascia l’amaro in bocca», aggiunge, «la brusca interruzione di un percorso di programmazione e pianificazione dell’assessorato, che andava dalle misure di tutela dell’ambiente e del clima fino all’impostazione di una nuova politica abitativa che non considerasse solo le case ma anche le persone e il loro benessere. Una mole impressionante di provvedimenti, di politiche rivoluzionarie, che non basterebbero queste righe per essere elencate. Quando si interrompe un percorso così, il rischio è che il beneficio possa essere per pochissimi e il danno per molti, moltissimi cittadini pugliesi».

«Avverto anche un’altra convinzione», conclude Anna Grazia Maraschio, «chi semina bene raccoglie il giusto e i germogli non tarderanno ad arrivare».

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Una salentina tra i giovani leader che scriveranno proposte per il G7

È Margherita Zappatore, 27 anni, di Gallipoli, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica

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C’è anche una salentina tra i giovani selezionati per partecipare al Global Youth Leaders Program, l’iniziativa della Young Ambassador Society che unisce giovani fino ai 35 anni per contribuire allo sviluppo di proposte politiche che saranno presentate alla presidenza del G7.

Margherita Zappatore, 27 anni, originaria di Gallipoli, è dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche per la sostenibilità, l’innovazione e la transizione ecologica ed è fondatrice e amministratrice di una società di consulenza nel settore della comunicazione politica, del legislativo e della progettazione.

Grazie alle sue esperienze formative e professionali, contribuirà a formulare proposte sul tema dell’innovazione e, in particolare, dell’intelligenza artificiale.

Assieme agli altri giovani provenienti da tutto il mondo, inoltre, prenderà parte ad incontri con esperti di organismi internazionali come l’ILO, l’UNDP, l’OECD, l’UNICEF, la FAO e Microsoft.

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