News & Salento
Capone: con la SS. 275 siamo al teatro dell’assurdo
Salvatore Capone, segretario provinciale del PD Lecce: “Continua questa grottesca rappresentazione del teatro dell’assurdo dal titolo SS. 275. Cerchiamo di fare un punto della situazione. Esiste la necessità condivisa da tutti di ammodernare e mettere in sicurezza un arteria fondamentale, la Maglie-Leuca. Dei 40 km di lunghezza totale della strada, ben 33 vedono una larghissima convergenza sulla possibilità di ampliamento, con l’impegno di garantire il massimo rispetto del paesaggio, degli insediamenti rurali e dei siti archeologici presenti sul tracciato, testimonianze inestimabili della nostra storia, delle nostre radici, del lavoro dei nostri padri e simboli stessi del Salento. Restano gli ultimi 7 km, quelli dall’intersezione con la provinciale 210 fino al promontorio di Finibusterrae, quelli che polverizzano la condivisione, quelli che lacerano le diverse sensibilità, quelli che bloccano l’intera opera. L’unica conclusione logica possibile sarebbe quella di riunire il collegio tecnico previsto dal Codice degli Appalti ed avviare immediatamente i lavori sui 33 km che uniscono, e rimandare all’individuazione di una soluzione condivisa la realizzazione degli ultimi 7, così come saggiamente sentenziato anche dal TAR di Lecce. Ma come si sa il teatro dell’assurdo prevede il rifiuto di uno sviluppo logico-consequenziale delle vicende. E infatti ecco arrivare il ricorso al Consiglio di Stato da parte del Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, contro la sentenza del TAR. Dice di condividere la richiesta del Presidente della Regione, Nichi Vendola, al Ministro competente di sollecitare la costituzione del collegio tecnico, ma decide di allungare ulteriormente i tempi legali della vicenda. Ma il vero capolavoro sta nella giustificazione di tale decisione, vale a dire il rischio di perdere i fondi governativi, stanziati dal CIPE. Ricordiamo al Presidente della Provincia che, ad oggi, gli unici fondi concretamente disponibili sono quelli regionali, con i quali si potrebbero già avviare i lavori, mentre quelli indicati nella delibera CIPE sono subordinati alla compatibilità, come recita il deliberato, “con i vincoli di finanza pubblica correlati all’utilizzo delle risorse FAS”. Praticamente soldi ipotetici. Si blocca il certo, nella speranza dell’incerto. Una scommessa veramente troppo azzardata. Se fosse una trama teatrale sarebbe veramente divertente, ma non lo è. È una questione rilevantissima per il nostro Salento, per il suo paesaggio, per i suoi cittadini e per le sue imprese. Una questione che richiede la massima serietà, da parte di tutti”.
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Attualità
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Con la realizzazione di percorsi di assistenza alla socializzazione in favore di soggetti di età fino ai 21 anni con disturbi dello spettro autistico, residenti nei 14 Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo…
Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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