News & Salento
Armi alla Polizia Municipale?
Come ogni estate, da qualche anno a questa parte si discute molto sull’opportunità di dotare di armi gli agenti della Polizia Municipale. E si sono venute a creare situazioni di impasse, come a Tricase e a Morciano di Leuca, dove si richiederebbe, soprattutto nelle marine, il servizio degli Agenti anche nelle ore notturne. Abbiamo chiesto lumi ad Antonio De Iaco, coordinatore provinciale del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale (SULPM).
De Iaco fa una premessa: “I Vigili Urbani ufficialmente non esistono più dall’emanazione della legge n. 65 del 1986. Da allora la figura è stata sostituita con quella degli Agenti della Polizia Municipale. E tra i compiti degli Agenti della Polizia Municipale, oltre quelli di sanzionare gli indisciplinati e i trasgressori del codice della strada e dei regolamenti comunali, c’è anche quello di provvedere all’ordine pubblico, garantire la pubblica sicurezza e arrestare i delinquenti! Un ruolo riconosciuto ed imposto dalla legge”. E per poter ottemperare a questo loro dovere, secondo De Iaco “gli Agenti di Polizia Municipale devono avere in dotazione un’arma, così come previsto anche dalla legge”.
Anche se poi il Regolamento deve essere approvato da ogni singolo Consiglio Comunale. Cosa, tra l’altro, avvenuta sia a Morciano che a Tricase. E allora come mai gli Agenti non sono stati dotati ancora di un’arma? “Perché probabilmente i Comuni hanno difficoltà a reperire i soldi necessari. E dopo tante promesse, siamo stufi di aspettare e quindi diciamo basta: niente servizio dopo le 22!”. De Iaco fa anche cenno alla riforma in attesa di essere approvata dalle Camere: “La Polizia Municipale è ormai proiettata verso il futuro ed entro gennaio già potrebbe cambiare tutto con la trasformazione in Forza di Polizia Locale. Tutti i Comandi con uno o due Agenti sono chiamati a consorziarsi (il minimo previsto pare sia di 8 unità) oppure passeranno direttamente sotto il coordinamento dell’Ente Provincia. E per tutti sarà prevista, così come del resto già dovrebbe essere oggi, l’arma in dotazione”.
Alcuni dei Comuni in cui gli agenti di P.M. hanno in dotazione l’arma: Alliste, Collepasso, Diso, Galatina, Galatone, Maglie, Matino, Nardò, Racale, Ruffano, Taviano, S. Cesarea, Ugento
Alcuni dei Comuni in cui gli agenti di P.M. non hanno in dotazione l’arma: Alessano, Andrano, Corsano, Miggiano, Morciano, Specchia, Tiggiano, Tricase
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Attualità
Sant’Isidoro, demolito vecchio fabbricato a due passi dal mare
Per anni ha ospitato la sede della Pro Loco. “Liberato” così l’orizzonte della marina. il sindaco Pippi Mellone: «L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione»
È stato finalmente demolito nei giorni scorsi nella marina di Sant’Isidoro il vecchio edificio in muratura a pochi metri dal mare, che ha ospitato per molti anni la sede della locale Pro Loco e il punto di soccorso estivo.
Un’autentica “bruttura”, del tutto incompatibile con la bellezza naturalistica del luogo, al pari di altre costruzioni (il comune di Nardò ne ha già abbattute altre tre, realizzate su aree demaniali in questo segmento di litorale) e di fenomeni di abusivismo edilizio e di compromissione dei contesti naturalistici che hanno mortificato la costa negli scorsi decenni.
L’intervento, eseguito (al termine di un lungo iter autorizzativo) da un raggruppamento temporaneo di imprese, rientra nel più ampio intervento di riqualificazione paesaggistica integrata della fascia costiera della marina, progettato dall’arch. Antonio Vetrugno e finanziato con 1,3 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), già in corso da circa un anno e mezzo.
La demolizione del fabbricato, peraltro, ha incontrato e superato lo “scoglio” giudiziario di un ricorso al Tar da parte della Pro Loco.
Il giudice amministrativo, con una pronuncia del dicembre scorso, ritenendo non sussistente una proroga della concessione demaniale vantata dalla Pro Loco, ha ritenuto prevalente l’interesse pubblico all’ultimazione dei lavori di riqualificazione su quello privato (peraltro, ingiustificato) alla conservazione dello status quo.
«L’ennesimo mostro ambientale spazzato via dalla nostra rivoluzione», ha commentato con un post su Facebook il sindaco Pippi Mellone, «abbiamo speso un po’ di tempo in più, perché c’è stato qualche ostacolo di troppo. Ma abbiamo spazzato via, come sempre, anche quello. Adesso abbiamo liberato il panorama, il lungomare, le albe e i tramonti di Sant’Isidoro dal cemento e dalle brutture. Al suo posto, a poca distanza, una struttura polifunzionale in legno, ecosostenibile, che ospiterà il pronto soccorso. Stiamo demolendo i mostri ereditati dal passato e stiamo costruendo la città del futuro. Col cuore, come sempre. Ora anche Sant’Isidoro diventerà bellissima!».
Il progetto di riqualificazione, adesso, potrà essere ultimato. Prevede la realizzazione di aree per il parcheggio e di aree per la fruizione dei pedoni (con l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione), l’eliminazione di altri manufatti, di spianamenti, scivoli e del piccolo molo a servizio delle imbarcazioni, un intervento di rinaturalizzazione ambientale con ripascimento delle superfici sabbiose della zona, oltre che la pulizia dalla vegetazione infestante e il recupero delle condizioni ambientali dell’inghiottitoio (o “spunnulata”) presente sul lungomare.
Nasceranno, inoltre, una struttura per la sosta e un tratto di pista ciclabile per favorire la mobilità sostenibile.
Un’altra struttura in legno è stata ultimata e destinata a nuova sede della Proloco e a punto di pronto soccorso estivo.
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